LA NASCITA DEL JUDO

Voglio, con questo mio primo intervento, spiegare come e perché nasce il JUDO. Cercherò di essere il più possibile sintetica e di spiegare ogni termine, in modo da renderlo comprensibile anche a chi non conosce ancora nulla di quella che ritengo essere una meravigliosa attività fisica.

Il Judo è una disciplina giovane, nasce dall’esigenza di JIGORO KANO di trovare un’attività fisica che lo aiuti nella crescita, nel rafforzamento del fisico, nell’equilibrio e che sia adatta ad una persona con le sue caratteristiche.

JIGORO KANO è, infatti, un uomo di kg 50 per m1.6 di altezza; è molto esile e fragile e, pur essendo intelligentissimo, a causa della sua scarsa fisicità, è maltrattato e deriso dai compagni. Per tale motivo decide di provare ad irrobustirsi praticando delle discipline sportive. Inizia col baseball e crea il primo club giapponese il “kasei baseball club”, si interessa poi al ju jitsu o (ju jutsu che significa “arte della cedevolezza”, arte giapponese antichissima utilizzata dai Samurai). Di questa disciplina lo incuriosisce il fatto che anche una persona piccola possa battere un uomo grande e grosso.

padre judo jigoro kano arte marzialeJigoro Kano (28 ottobre 1860 – 4 maggio 1938)

Nel 1877 Jigoro, si trasferisce in università a Tokyo, dove trova un dojo (“luogo dove si segue la via” per noi occidentali, palestra dove si praticano le arti marziali) per iniziare questa nuova avventura. Jigoro Kano pratica con grande dedizione il ju jitsu prima col M° Fukuda e poi col M° Mataemon Iso, diventando Maestro lui stesso. Apprese le tecniche, si trasferisce in un altro dojo dove viene insegnato il randori, ovvero, il combattimento. In questo modo completa la sua formazione. Nel 1882 apre il suo primo dojo di soli 12 tatami. Un tatami (pannello per la pavimentazione tradizionale giapponese) misura normalmente cm90x180 e, con l’aiuto di 9 suoi discepoli, nasce il KODOKAN -JUDO (scuola per seguire la via). Jigoro estrapola alcune tecniche del ju jitsu, quelle secondo lui più efficaci per ottenere il miglior risultato col minimo sforzo, facendo nascere il JUDO, dove DO sta per via, inteso come percorso o metodo, e JU sta per cedevolezza (via della cedevolezza).

Nasce una rivalità tra i praticanti del “Metodo Kano” e quelli del Ju Jitsu tradizionale. Per sedare i nervosismi, nel 1886, venne indetto un torneo tra le due scuole che servì anche alla questura di Tokyo per decidere con quale metodo addestrare i propri agenti. Il risultato fu devastante: su 15 incontri 13 li vinsero i praticanti di JUDO e 2 finirono in parità.

Nel 1895 Jigoro, con l’aiuto dei suoi allievi migliori, decide di codificare un metodo di insegnamento suddiviso per gradi, 5 per l’esattezza, che viene chiamato GOKYO. Nel frattempo studia dei KATA, ovvero delle forme, o raggruppamenti di tecniche. In tutto, quelli riconosciuti dal Kodokan, sono 7, i randori no kata:

    • Nage no Kata – forma delle proiezioni
    • Katame no Kata – forma del controllo

e altri tipi di forme:

    • Kime no Kata – Forma della decisione
    • Kodokan Goshin Jutsu – Forme di autodifesa moderna del Kodokan
    • Ju no Kata – Forme della cedevolezza
    • Itsutsu no Kata – le cinque Forme
    • Koshiki no Kata – le Forme antiche
    • Seiryoku Zen’yō Kokumin Taiiku no Kata – Forme per l’educazione fisica nazionale alla massima efficienza

Qualche anno dopo, nel 1921, modifica e migliora il GO KYO e diventa così come lo conosciamo oggi. Una volta preso piede in Giappone, Jigoro, decide di far conoscere il JUDO al resto del mondo. Inizia, quindi, a viaggiare e rimane per diversi anni anche in Italia (dal 1928 al 1934). Il suo scopo, però, era quello di portare la “sua creatura” alle OLIMPIADI. Nel 1938 venne invitato al convegno del CIO (comitato olimpico internazionale) in Egitto, al Cairo, dove propose il judo che venne accettato. Ma il suo sogno si avverò solo alcuni anni dopo la sua morte. Jigoro, infatti, morì durante il viaggio di ritorno in nave. Nel 1964 il judo fece il suo esordio ai giochi olimpici.

Ecco una sintesi cronologica della vita di Kano, in cui si denota che non era solo uno sportivo ma una persona di grande cultura e pieno di iniziative:

    • 1860 – Nasce il 28 ottobre, a Mikage terzo figlio di Kano Jiroshaku Mareshiba, produttore di sake.
    • 1877 – Inizia lo studio di jujitsu Tenshin-shin’yo sotto Fukuda Hachinosuke.
    • 1881 – Laureato all’università di Tokyo. Inizia lo studio di Kito-ryu sotto Likubo Tsunetoshi.
    • 1882 – Apre il Kodokan in Eisho-ji. Insegna al liceo Gakusuinin (Scuola del Pari).Viaggia in Europa per studiare i metodi scolastici.
    • 1891 – Diviene Consigliere del Ministero della Pubblica Istruzione e Preside del 5° Liceo Nazionale in Kumamoto.
    • 1893 – Dirigente della Sezione Libraria del Ministero. Dirigente del 1° liceo Nazionale. Preside della Scuola dei Maestri.
    • 1898 – Dirigente del Dipartimento Affari del Ministero dell’Educazione.
    • 1902 – Fonda un’associazione per lo scambio di studenti con la Cina (attiva fino al 1909).
    • 1909 – Il Kodokan diventa Ente Morale.. Kano è membro del C.I.O.
    • 1911 – Fonda la Scuola dei Maestri del Kodokan. È il primo presidente della Japan Athletic Ass.
    • 1912 – Accompagna la prima delegazione giapponese partecipante ai Giochi olimpici di Stoccolma.
    • 1920 – Presenzia alla 7° Olimpiade in Anversa.
    • 1928 – Presenzia alla 9° Olimpiade in Amsterdam.
    • 1932 – Presenzia a Los Angeles alla 10° Olimpiade. Nasce al Kodokan la Società Ricerche Mediche sul Judo.
    • 1933 – Visita l’Europa per offrire Tokyo come sede per la 12° Olimpiade.
    • 1935 – Riceve il premio Asahi (“Speciali Contributi a Causa dello Sport”).
    • 1936 – Presenzia alla 11° Olimpiade in Berlino.
    • 1938 – Il 5 maggio sul piroscafo Hikawa Maru, Muore di polmonite tornando dal Cairo dove il C.I.O. aveva deciso di svolgere a Tokyo la 12° Olimpiade (con inclusione del Judo), poi annullata a causa della guerra.

Nella sua idea educativa il judo era il mezzo di possibile miglioramento dell’uomo, sia sotto il profilo etico che fisico.Il JUDO è comunque un’arte marziale di difesa. Non sono previsti atemi (attacchi). Sinteticamente lo si può suddividere in proiezioni, leve articolari e strangolamenti. In un prossimo intervento specificherò di cosa si tratta.

Laura Bernacchi,
allenatore 3° dan di judo CONI – FIJLKAM e allenatore pesi CONI – FIPCF

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