Differenze di ipertrofia muscolare tra donne e uomini

Siamo tutti d’accordo che, con un’attività fisica costante e, chiaramente, con una dieta appropriata ed un corretto apporto calorico, è possibile modellare il corpo femminile dando tonicità e contemporanea perdita di peso, mettendo in risalto la sua figura. Diversamente, ciò per cui non sussiste convergenza di opinioni concerne la modalità di approccio all’allenamento rispetto all’uomo.

Questo articolo, pertanto, ha lo scopo di fare il punto della situazione sull’argomento, grazie anche a quanto afferma la ricerca scientifica internazionale.

Da quanto emerge dalla totalità dei testi consultati, per mantenere una qualità di vita soddisfacente, la donna ha bisogno di conservare il suo “fitness status”, ovvero deve proteggere il benessere del corpo.

Secondo uno studio giapponese sono cinque i punti del fitness status:

1 Forza muscolare

2 Agilità

3 Coordinazione

4 Flessibilità

5 Equilibrio

Per toccare questi punti e migliorarli non esiste niente di meglio che un allenamento in palestra, usufruendo di quello che essa ci offre in maniera appropriata e continuativa. La ricerca scientifica non giustifica un allenamento specifico e diversificato per la donna rispetto all’uomo, in quanto non sembrano sussistere discrepanze tanto evidenti sotto il profilo della risposta organica ad uno stress indotto come una sessione di training. E’ sufficiente confrontare, ad esempio, i tempi di esaurimento di una gara ginnica (nuoto, corsa, etc..) per rendersi conto di quanto siano via via visibili i divari tra i due sessi, soprattutto dal 1950 in poi, considerato che la donna, da un punto di vista sociale, ha annullato le disparità esistenti, avvicinandosi – come e quanto l’uomo – ai mezzi di allenamento. Sarebbe un errore, inoltre, ritenere che i valori di forza muscolare di una donna siano ridotti rispetto a quelli di un uomo. Ed infatti, secondo un noto ricercatore italiano, se si fa riferimento al peso corporeo coincidente di due soggetti di sesso opposto, i gradienti di forza sono simili.

Ciò che varia è, invece, la velocità di contrazione, ove l’uomo è capace di esprimere percentuali più elevate, grazie al testosterone sintetizzato in quantità 10 volte superiore. Durante una sessione intensa, secondo studi americani e tedeschi, la donna – tendenzialmente – per ottenere energia e permettere la contrazione muscolare, utilizza, in misura consistente, i lipidi piuttosto che gli zuccheri per una serie di motivazioni che non saranno approfondite in questa sede. Si può dedurre, dunque, che la perdita ponderale e il rimodellamento della massa grassa, avviene più rapidamente per il sesso femminile a seguito di training ripetuti. Testi canadesi sottolineano che la donna è meno propensa a cadere nella trappola del sovrallenamento perché è più resistente alla fatica.

Ciò, probabilmente, come ritenuto da diverse ricerche finlandesi, è imputabile al fatto che, rispetto all’uomo, la donna ha minore probabilità di stressare il sistema nervoso centrale che presiede a tutti gli altri sistemi.

Per quanto, poi, concerne l’insorgenza di specifici danni muscolo-articolari legati al sesso di appartenenza, molteplici studi americani sono giunti alla conclusione che non vi sono evidenze ed elementi tali da affermare che sussista una diseguaglianza di riscontro delle patologie in tale ambito. L’unico punto da sottolineare riguarda i tempi di recupero da un infortunio, considerato che le donne, pare, abbiano la possibilità di recuperare più velocemente.

Si possono individuare, inoltre, alcune divergenze legate alla temperatura corporea a seguito di un allenamento: il sesso femminile farebbe rilevare dei gradi più bassi rispetto al sesso maschile.

Ed inoltre, con un periodo di “detraining”, le donne perdono più celermente i guadagni in termini di forza.

Francesco Crisafulli,

Personal Trainer e 2 volte campione Italiano F.I.P.C.F. CONI.

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