Giovanni Cianti

Giovanni Cianti, per chi fa parte del mondo del ferro, non ha certo bisogno di presentazioni e poterlo intervistare è solo un onore per me che ho mosso i primi passi nel Body Building grazie ai suoi libri.

Ne ricordo uno, in particolare, con grande affetto e che spesso mi piace rileggere: “IL Grande Libro Del Culturismo” edito da De Vecchi ed illustrato con bellissime foto di un Alex Ardenti molto giovane.

Giovanni Cianti è un maestro della disciplina del ferro, ma non solo…Ed infatti egli si occupa anche di ricerca nel settore della nutrizione, con particolare attenzione alla Sindrome Metabolica insieme allo studio delle basi genetiche e biologiche del lavoro di potenza e velocità. Prima di passare all’intervista vi consiglio di fare un salto nel suo sito personale: http://www.giovannicianti.org

Veniamo all’intervista:

Emanuele Pizzi: Da quanti anni sei nel mondo del Body Building?
Giovanni Cianti: Ho iniziato 46 anni fa nel più classico dei modi: due spranghe di ferro arrugginito e il manuale di John Vigna, “Muscoli e bellezza”. Si era nel 1964…

E.: Qual’ è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?
G.: Frequentavo l’Istituto d’arte di Firenze, ero affascinato dai canoni estetici del mondo Ellenistico (Fidia, Mirone…) e Rinascimentale (Michelangelo, Donatello, poi prevalse Leonardo, arte e scienza come impegno fisico e intellettuale insieme…)

E.: Ti ricordi la tua prima gara? Prova a raccontarla
G.: La prima esperienza furono i Campionati Centro Italia del 1972, vinti nella categoria Medie Taglie. Il giorno precedente avevo vinto l’analogo titolo nel Power Lifting categoria pesi leggeri. Prepararmi contemporaneamente per due competizioni così diverse mi fece raggiungere una forma a quei tempi inusuale e capire molte cose allora sottovalutate.

E.: Quale gara ricordi in maniera particolare nella tua carriera?
G.: L’agonismo per me è sempre stato un mezzo non una finalità. Gareggiavo per avere l’input a spingermi oltre i miei limiti, ad allenarmi ai confini dell’impossibile. Non sono mai stato esibizionista, di mostrarmi in pubblico non mi importava granché, anzi mi infastidiva un poco. Ma l’idea di un obiettivo reale e imminente era benzina super per la mia mente.

E.: Credo che un body builder non appenda mai il costume al chiodo…detto questo a quando il tuo rientro agonistico?
G.: Dopo 25 anni di assoluta e totale sedentarietà ho ripreso l’allenamento “agonistico” da poco non per tornare alle gare ma come sfida con me stesso. L’organismo è ripartito come se non si fosse mai fermato, resistenza, recupero, potenza muscolare. a livello organico i parametri sono quelli di un ventenne, merito questo non della genetica (in verità miserella) ma dell’alimentazione evolutiva che seguo oramai da 12 anni. La macchina è rimasta perfettamente integra e le mie condizioni fisiche sono adesso migliori rispetto a trent’anni fa, ottenute tra l’altro con grande facilità e senza sofferenza.

E.: C’è qualche persona che negli anni ti ha dato la forza o gli stimoli per continuare il tuo percorso nel Body Building?
G.: Si, Giovanni Cianti. Le palle o ce l’hai o nessuno te le dà. Da soli si nasce e da soli si muore, questa è la vita.

E.: Hai un episodio che ricordi piacevolmente nel mondo del Body Building?
G.: Tra l’inizio e la fine della nostra esistenza c’è una interminabile serie di sfide che l’animale-uomo se integro e sano deve affrontare con gioia. Tutta la mia esperienza nel Body Building è stata gioia, conoscere presone stupende, superare ostacoli insormontabili, capire quanto straordinaria sia la nostra attività così aderente ai ritmi e alla nutrizione veri della specie sapiens…La prima volta che ho caricato 200 chili sul bilanciere, l’incontro con Sergio Oliva, lavorare con Joe Weider e Bob Kennedy…

E.: Un amico di gara? O che appartiene a questo mondo? Descrivilo
G.: Marco ex pugile duro e indomito che negli anni furiosi dell’heavy duty mi fu training partner entusiasta e solidale. I nostri allenamenti erano al limite della follia, l’adrenalina pompata alle stelle. “Un’altra serie?” “Facciamola!” “Ancora 20 chili?” “Dai, perché no?” Fu una stagione di guadagni incredibili. Per anni successivamente il riflesso condizionato mi faceva sprizzare adrenalina al semplice pensiero di allenarmi! Grande, fortissimo, modesto, con una capacità di soffrire incredibile.

Giovanni Cianti scrittore agonista grande libro del culturismo ricercatore sindrome metabolica evo diet body building fitness paleo dieta

E.: Cosa ne pensi del Body Building di oggi e quello di ieri?
G.: Nessuna differenza, non è cambiato nulla. C’è solo più consapevolezza e razionalità nelle tecniche, scienza ed esperienza ci hanno aiutato a mettere a fuoco solo quello che conta veramente.

E.: Il gruppo muscolare che più hai faticato a portare ai livelli attuali(in gara) e con che routine l’hai allenato?
G.: Avendo clavicole strette e poche fibre muscolari è stato il blocco spalle-braccia. Lo alleno quasi ogni giorno come fosse un unico muscolo in tri-set.

E.: Il tuo miglior gruppo muscolare?
G.: I pettorali esplosero letteralmente fino al volume attuale nel primo mese di allenamento…tali e quali sono rimasti per 46 anni

E.: La tua attuale routine di allenamento?
G.: Organizzo il lavoro in macrocicli di 6 – 7 mesi. Ogni 4 – 6 settimane sviluppo le sedute in base alle regole della teoria di allenamento oramai ben assimilata da tutti. Dati i decenni di stimoli e sollecitazioni il lavoro è sempre molto intenso e specifico. Si tratta comunque di una traccia, corretta giorno per giorno dalle mie condizioni. La mia mente ha oramai un archivio sterminato di esperienze cui attingere. Ogni allenamento è un dialogo col mio corpo che ascolto e al quale mi lascio completamente andare.

E.: C’è qualcosa che rimpiangi del Body Building passato?
G.: L’ingenuità. Era un giardino d’infanzia per bambini mai cresciuti.

Giovanni Cianti scrittore agonista grande libro del culturismo ricercatore sindrome metabolica evo diet body building fitness paleo dieta

E.: Cosa consiglieresti ad un ragazzo che entra in palestra oggi e vuole praticare questo sport?
G.: Di scegliere una palestra-ghetto non un fitness club, una palestra di nicchia, se vogliamo dirlo in termini di marketing. Fitness e Body Building non hanno niente in comune. Un guru, un maestro che lo introduca in questo meraviglioso modo di intendere la vita. Il Body Building non è uno sport è un modo di vivere.

E.: Qualche rimpianto?
G.: Qualcuno c’è sempre…li preferisco ai rimorsi.

E.: Qualche rinuncia dettata dal Body Building?
G.: Nessuna, senza Body Building non avrei vissuto così pienamente la mia vita. Sarei stato un uomo a metà.

E.: Qual’è secondo te la miglior strategia alimentare e di allenamento per definirsi?
G.: Quella che ci impone la nostra fisiologia evolutiva: carne e verdura da una parte, 6-8 colpi esplosivi a esaurimento con pesi allo spasimo dall’altra. Tutto qui, non serve altro, massa e definizione vengono allo stesso tempo e senza sacrificio. La natura è semplice, siamo noi umani a renderla complicata.

E.: Che integratori preferisci in definizione ed in massa?
G.: Non uso integratori, la mia alimentazione è ricchissima dal punto di vista nutrizionale.

E.: Che cosa ti ha insegnato il Body Building nella vita?
G.: Molto ma non tutto.

E.: Il tuo rapporto con il cibo? È solo un mezzo per plasmare il tuo corpo oppure ti piace la buona cucina?
G.: Buona cucina significa senso del gusto alterato dalla spazzatura alimentare. La tecnologia alimentare (anche la banale cottura) altera il valore nutritivo del cibo oppure come nel caso di cereali e legumi ci rende parzialmente digeribili e assimilabili alimenti che crudi non siamo in grado di consumare, non a caso gravemente dannosi per la nostra salute. Cibo e salute sono la stessa cosa. Se sei malnutrito come il 99% della gente oggi lo è – malnutrita e ipernutrita allo stesso tempo – non puoi essere sano.

E.: Una frase o una parola che ti rappresenta
G.: Curiosità e consapevolezza.

E.: Un pensiero che ti porta spesso alla riflessione
G.: Mi piace la solitudine perché porta meditazione. La gente e il chiasso stordiscono e ti fanno essere superficiale.

E.: Quando sei in vacanza riesci ad allenarti e stare a dieta?
G.: Sempre, è un modo di essere e di vivere. Comunque non sono mai a dieta nel senso che comunemente si dà alla parola. Mi nutro sempre a sazietà secondo appetito e mi alleno solo quando il mio corpo è pronto per farlo. Non c’è costrizione, c’è gioia e potente senso di benessere ed energia.

E.: I tuoi libri e le tue ricerche sono sempre molto interessanti a riguardo hai qualche idea/ricerca?
G.: Lavoro sulla biologia evolutiva che finalmente ci fa capire con estrema semplicità da cosa sono originati i problemi che l’uomo deve fronteggiare da quando esiste la civiltà.

E.: Di cosa ti occupi attualmente?
G.: Di troppe cose che non vorrei e di pochissime che amo.

E.: I tuoi progetti per il futuro?
G.: Una casetta di legno, dipinta di azzurro a Whangarei in Nuova Zelanda, lontano dall’emisfero boreale del pianeta.

E.: Ciao e grazie di nuovo
G.: Grazie a te Emanuele, è stato un piacere!

 

 
Personal&Wellness trainer e preparatore atletico
Emanuele Pizzi

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