Lo stato metabolico aerobico “maldistribuito”

In questi ultimi anni si sono verificate importanti scoperte in campo scientifico che consentono una migliore metodologia applicativa in alcune attività sportive di rilievo.

Secondo il Professor Pietro Enrico di Prampero dell’Università di Udine, un’importante esperienza scientifica riguarda la cosiddetta soglia anaerobica, vale a dire un livello metabolico di esercizio fisico che corrisponde ad una concentrazione di 4 millimo/litro di lattato nel sangue.

Una definizione, questa, che però non risulta corretta poiché nell’allenamento il lattato si stabilizza a volte ad un livello di 5, 6, 7 mill/l. In questa situazione si può anche non determinare una condizione di anaerobiosi (il termine corretto dovrebbe essere ipoaerobioosi, poiché l’ossigeno c’è ma in quantità insufficiente) in quanto la concentrazione del lattato prodotto non aumenta grazie all’attività delle fibre muscolari iperaerobiche (rapporto ATP/ossigeno =5,66). Nonostante la produzione metabolica di lattato, l’organismo si trova quindi in una seconda condizione di aerobiosi, definita “maldistribuita” per distinguerla da quella classica che non conduce all’esaurimento e che è sostenuta anche dall’attività di fibre muscolari ipoaerobiche (rapporto ATP/ossigeno = 6,66) che costituiscono l’anello debole della catena che induce l’insorgenza della fatica.

Tali fibre depauperano le loro riserve energetiche di glicogeno ad un ritmo straordinariamente veloce con evidenti modificazioni peggiorative della prestazione muscolare (diminuzione della velocità, arresto dell’allenamento o della gara). Dal punto di vista metodologico è quindi necessario sviluppare al massimo tramite l’allenamento fisiologico la condizione aerobica classica per evitare di avere alte concentrazioni anche se costanti di lattato nel sangue da 2 o 3 a 8 millimoli/l. Per chi pratica uno sport a qualsiasi livello è importante conoscere questa situazione fisiologica proprio per evitare l’interruzione dell’allenamento a causa dell’insorgenza della fatica. Ricapitolando, si può affermare che è sbagliato pensare che un esercizio fisico è aerobico quando è sotto i 4 millimoli di acido lattico e anaerobico quando è al di sopra dei 4 millimoli.

Una seconda situazione metabolica aerobica può essere generata anche se ci si trova nella condizione oltre i 4 millimoli nel sangue, purché la concentrazione di lattato rimanga costante. Le conseguenze di tutto ciò a livello pratico sono: una corretta attività motoria sia per chi pratica sport individualmente, sia per coloro che seguono corsi in palestra. Per determinare correttamente il dispendio energetico globale si dovrebbe valutare non solo il consumo di ossigeno, ma anche l’accumulo di lattato (equivalente energetico uguale a 3 ml di ossigeno per mmol. di lattato accumulato per kg di peso corporeo).

 

 

Ginetto Bovo
Dr. in scienze motorie, docente di educazione fisica

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